Nel progetto che vado a descrivere ho adoperato la Separazione dei Tre Colori RGB direttamente in Camera. È un processo che utilizza i filtri Rosso, Verde e Blu durante la Ripresa Fotografica, per creare tre negativi di separazione su pellicola BN. Una tecnica inventata nel XIX secolo durante la rivoluzione industriale e utilizzata in tutti i processi di stampa a colori almeno fino all’introduzione delle emulsioni fotografiche “multistrato”.
La Tricromia, si basa sugli studi di Maxwell e Du Hauron e riunisce in un’unica teoria i principi della sintesi additiva e della sintesi sottrattiva, secondo la quale è sufficiente la mescolanza di Tre Colori per creare tutti gli altri.
Solitamente si adoperava una camera di grande formato, assicurata ad un solido stativo per evitare il rischio di movimenti tra uno scatto e l’altro, tre filtri colorati: Rosso, Verde e Blu e una pellicola BN pancromatica.
Ciascun filtro colore ha un proprio “fattore di esposizione”. È un valore che indica di quante volte l’esposizione normale deve essere aumentata per ottenere la stessa intensità luminosa di una scena ripresa senza filtro. In linea generale l’esposizione è proporzionalmente più lunga con il filtro Blue ed è più corta con il filtro Rosso. La letteratura indica che i fattori di esposizione dei tre filtri di separazione della Kodak, sono dell’ordine di circa 7-8 volte l’esposizione normale per il filtro Wratten 29 (Rosso), 9–10 volte per il Wratten 61 (Verde) e 10-15 volte per il Wratten 47B (Blu). Ho iniziato a lavorare con un set di filtri Cokin: #3 per il Rosso, #4 per il Verde e #021 per il Blu, dei quali era necessario verificare i fattori di esposizione. Inoltre ogni pellicola pancromatica ha una propria sensibilità “spettrale”. Infatti una pellicola può avere una sensibilità più o meno estesa nella regione dei Rossi o dei Blu. Questa particolarità incide notevolmente sulla esatta determinazione del fattore di esposizione per ciascun filtro RGB. Perciò ho eseguito una serie di test (braketing) su un target di scale di grigio e scale cromatiche per testare la mia pellicola FOMAPAN 100 4×5″ e correggere i “fattori” di esposizione per ciascun filtro RGB.
Ho allestito il set con una “Natura Morta” e ho eseguito 3 scatti utilizzando i miei 3 filtri Cokin.
Una volta esposti, i tre negativi BN sono stati processati separatamente con differenti tempi di sviluppo per bilanciarli tra loro. Per identificarli è buona regola tagliare gli angoli delle tre pellicole piane secondo ciascun colore: due angoli per il filtro Blu, uno per il filtro Verde e nessuno per il negativo con il filtro Rosso.
Per valutare il mio lavoro di ripresa fotografica, prima di eseguire la prova di stampa al Carbone ho preferito acquisire con uno scanner le mie tre pellicole e simulare la tricromia in Photoshop. Ho azzerato tutte gli automatismi e le impostazioni di default dello Scanner e ho salvato i tre file immagine in scala di grigio, li ho aperti in Photoshop e ho controllato che tutte e tre le immagini avessero la stessa dimensione in pixels. Ho reso attivo il file immagine del negativo con il filtro Rosso e nella sezione “Canali” della palette “Livelli” ho cliccato sul pulsante hamburger in alto a destra e dal menù contestuale ho scelto il comando “Unisci canali..”. Con questo comando puoi impostare il numero dei canali e il metodo di fusione. Quindi ho selezionato 3 canali e il Metodo RGB.
Quando l’immagine è apparsa a colori ho subito realizzato che qualcosa non funzionava con i filtri. Il filtro blu 021 della Cokin presentava un assorbimento spettrale troppo ampio, non sufficientemente denso per selezionare solo le radiazioni blu, invalidando così una buona separazione dei tre canali RGB.
Ho quindi ripetuto la ripresa sostituendo il filtro Blu della Cokin con una gelatina di colore Blu molto intenso. Sono ritornato in Photoshop per verificare la qualità di selezione dei singoli canali e finalmente ero pronto per procedere alla stampa di un carbone a colori!
I tre negativi di separazione vengono prima messi a registro e stampati nei colori complementari ai filtri usati in ripresa. Il negativo con il filtro Blu stampa il Giallo, quello con il filtro Verde stampa il Magenta e quello con il filtro Rosso stampa il Ciano. I tre strati di colore sono anch’essi messi a registro e sovrapposti producono un’unica immagine a colori.
Il processo al Carbone permette di “correggere” eventuali dominanti della stampa modificando tonalità e densità del pigmento.
Sebbene è importante riconoscere l’eccellente qualità estetica raggiunta dai fotografi che hanno utilizzato la tricromia ai tempi dell’infanzia della Fotografia, è innegabile che l’impiego del digitale consente di combinare e controllare un numero di colori superiore alla Tricromia ampliando così le potenzialità creative di questo magnifico processo di stampa artigianale.